Il viaggio verso Gioi Cilento come ogni nostro viaggio che parte dalla frazione di Battaglia a Casaletto Spartano, inizia con una sosta idrica alla fontana di Battaglia dopo appena 200 metri. È tradizione di Battaglia fare una sosta prima di proseguire il viaggio verso le proprie destinazioni. Piccole abitudini che danno colore alle giornate e arricchiscono questi luoghi di una magia unica.
Durante il tragitto, l’aria si carica di profumi mentre avvicinandoci a Caselle in Pittari, un aroma inebriante invade la nostra auto. È il profumo della ginestra, con le sue fioriture gialle che punteggiano il paesaggio di colore. La ginestra non solo contribuisce alla bellezza della macchia mediterranea, ma ha anche un ruolo nelle tradizioni locali, dalle infiorate delle festività religiose fino alla produzione artigianale di tessuti.
Passiamo accanto al Monte Bulgheria, soprannominato la Leonessa addormentata, che domina maestoso sul paese di Celle di Bulgheria. Il monte prende il suo nome dalle colonie bulgare che a inizi 500 colonizzarono l’area. È incredibile come, anche viaggiando su una superstrada, il paesaggio circostante riesca a catturare così profondamente la nostra attenzione e apprezzamento, offrendo vedute che sembrano dipinti.
Arrivati sul posto, incontriamo Tony, il produttore di erbe officinali e di tisane di Erbe Cilento, un vero appassionato del suo lavoro. È il momento di iniziare questa avventura nel mondo delle erbe aromatiche.
Tony ci racconta la storia di Erbe Cilento, un nome scelto con cura per riflettere l’essenza dell’azienda e ciò che produce. La sua passione e la sua conoscenza del settore emergono chiaramente mentre parla degli appezzamenti di terra che coltiva e spiegandoci le varie piante presenti.
Attraversiamo i campi, e il profumo intenso delle erbe ci avvolge. Tony ci racconta della sua transizione da un lavoro stressante in città a questa vita tranquilla e piena di contatto con la natura. La decisione di dedicarsi insieme ad Eleonora, sua compagna di avventure e di lavoro, alla coltivazione delle erbe è stata anche una scelta di vita, un modo per ritrovare equilibrio e significato nel lavoro quotidiano.
Osserviamo insieme i vari tipi di piante presenti nell’azienda: dalla melissa alla menta, dalla stevia allo zenzero. Tony ci spiega l’importanza della ricerca nel loro centro di sperimentazione naturale, dove si mantengono vive tradizioni antiche come quella della camomilla antica, una pianta che ha una storia affascinante di adattamento e vitalità.
Ci colpisce l’attenzione di Tony per la biodiversità e per le pratiche agricole sostenibili. Ci parla della lotta biologica contro le infestanti, dell’importanza del riposo del terreno e della cura artigianale delle erbe raccolte e selezionate a mano per le loro tisane. Questo approccio artigianale e rispettoso della natura si traduce in prodotti di alta qualità, unici nel loro genere.
Mentre camminiamo tra i campi rigogliosi, comprendiamo quanto sia preziosa e speciale questa realtà agricola. Ogni pianta ha la sua storia, il suo profumo, e il suo contributo unico alle tisane che vengono create qui. È un viaggio sensoriale e culturale che ci lascia con una profonda ammirazione per il loro lavoro e per il mondo delle erbe officinali.
Dopo un divertente incontro con una signora del luogo che ovviamente ci ha offerto il caffè, Tony ci racconta del bellissimo gesto ricevuto da un amico che ha donato ad Erbe Cilento la possibilità di utilizzare gratuitamente un terreno di quasi un ettaro per coltivare camomilla. Questo gesto apre una porta verso una filosofia di vita basata sul mutuo aiuto e sulla condivisione, elementi che sembrano mancare nella società moderna.
In un mondo dove il superfluo domina e il consumismo sembra aver preso il sopravvento, l’idea di condividere non solo l’essenziale ma anche il superfluo accende una luce di speranza. Riflettiamo inoltre sulla perdita della stagionalità e su come la società moderna abbia smarrito il contatto con i ritmi naturali, accettando senza troppo interrogarsi la disponibilità costante di prodotti fuori stagione.
In questa conversazione emerge inoltre un’osservazione verso il gusto “finto” e sintetico che ormai domina le nostre tavole, un gusto lontano da quello autentico e naturale per prodotti come la camomilla. La nostalgia per i sapori veri si intreccia con il ricordo di tradizioni familiari, come il decotto di fico lasciato dalle nonne cilentane in infusione sulla stufa a legna, una pratica che riporta a un tempo in cui il cibo era parte integrante del tessuto sociale e culturale delle comunità.
La nostra avventura nel mondo della camomilla e delle erbe aromatiche diventa così non solo un viaggio attraverso la coltivazione e la preparazione di infusi, ma anche una riflessione profonda su ciò che significa nutrirsi e vivere in armonia con la natura e con la comunità che ci circonda.
Condividere questa storia è un invito a riscoprire il valore del dare e di riappropriarsi dei sapori autentici che la terra generosamente ci offre.
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